La lingua coreana in Corea del sud è chiamata “han’gul”, mentre in Corea del nord “chons’gul”. Ha un sistema di scrittura diverso, ma anche la struttura della lingua coreana e la grammatica sono differenti, più simili a quella giapponese che a quella europea.
Verbi coreani
I verbi vengono posti sempre alla fine. Infatti, quando si parla in coreano bisogna sempre aspettare che l’interlocutore finisca di parlare prima di poter riuscire a capire la frase stessa, cosa che spesso non capita tra interlocutori che parlano la lingua italiana. Alla forma infinita tutti i verbi terminano con la desinenza 다, per costruire le diverse forme verbali basta eliminarla risalendo così alla radice da coniugare. Durante la coniugazione dei verbi è molto importante verificare la presenza di patch’im nella radice.
Una cosa molto curiosa è l’esistenza dei verbi “aggettivali”, ovvero aggettivi che in coreano diventano veri e propri verbi come ad esempio essere bello, essere impegnato, ecc. Essi sono chiamati anche “descrittivi”
il PATCH’IM
Elemento fondamentale per la costruzione di particelle e verbi, letteralmente esso significa “supporto” ed indica le consonanti all’interno di una sillaba. Più semplicemente è la parte della sillaba inferiore quando vi si incontrano consonanti. Ad esempio nella parola 말 (= cavallo) nella parte inferiore vi è la consonante ㄹ e questo implica che presenta un patch’im. Esso è fondamentale durante la costruzione di verbi e particelle perché in base alla sua presenza o meno troveremo delle costruzioni diverse.
PROTOCOLLO LINGUISTICO
Nei verbi, in base al livello di cortesia che vogliamo utilizzare, troviamo tre tipi di registro:
- Formale
- Semi-formale
- Informale
Essi non hanno una giusta corrispondenza in italiano, anche se vengono associati al “lei” (registro formale e semi-formale) e al “tu” (registro informale).
È interessante notare come fino qualche epoca fa il registro formale venisse usato anche all’interno del contesto famigliare con i propri genitori, mentre ora viene utilizzata la forma piana.
PARTICELLE e Struttura della lingua coreana
Le particelle sono quella parte del discorso che conferisce all’elemento di cui stiamo parlando una funzione. E’ difficile dare loro una corrispondenza in italiano, ma alcune possono essere associate ai nostri complementi, o alle preposizioni. Possiamo infatti trovare particelle che indicano il soggetto, particelle che indicano il tema, il luogo, il tempo ecc.
Ad esempio: io leggo un libro = 나는책을읽어요
나: io
는: particella del tema
책: libro
을: particella del complemento oggetto
읽어요: leggo, verbo coniugato al registro semi-formale tempo presente
LESSICO
La difficoltà maggiore nell’imparare una lingua straniera solitamente risiede nel lessico. Anche nel caso della lingua coreana il lessico di 500.000 voci diventa una bella sfida per il suo apprendimento, ma una volta iniziato la curiosità diventa tale che non si vuole più smettere. La peculiarità del lessico coreano non risiede solo nel numero dei suoi vocaboli, ma anche in tutte le sfumature che un unico termine può assumere.
La lingua coreana non presenta un genere determinato come l’italiano. Essa, per specificare se una persona è uomo o donna, antepone al sostantivo i caratteri uomo 남 e donna 여, mentre per gli animali si antepongono i caratteri 수, per gli animali maschi, e 암, per gli animali femmina. Anche il plurale viene specificato unicamente ponendo alla fine della persona il suffisso 들.
FONTI
“Lingua Coreana 1 e 2”, Andrea De Benedittis, Editrice Cafoscarina
La lingua coreana
Principi e caratteristiche dell’alfabeto coreano
Link altre lingue asiatiche
Evoluzione e storia della lingua giapponese
Corsi online di lingua giapponese
Le difficoltà della lingua cinese
Le origini della lingua cinese