Sumi Jo: talento un po’ italiano

Sumi Jo è una diva che arriva dalla Corea del Sud e che ha conquistato tutti con il suo portamento divino, la sua capacità di conquistare il pubblico con la propria voce e le sue performance spettacolari, ma soprattutto con il suo grande animo e la sua forte umanità. Sumi Jo: talento un po’ italiano, rappresenta la perfetta combinazione tra l’Oriente e l’Occidente.

CHI È SUMI JO, talento un po’ italiano

Sumi Jo: un talento un po’ italiano

Sumi Jo è una soprano sudcoreana con più di 30 anni di esperienza, nata a Seoul il 22 Novembre 1962. Nella stessa capitale essa è crescita ed ha compiuto i primi passi nel mondo della musica.

L’artista partì per l’Italia all’inizio degli anni ‘80 del Novecento, un periodo di turbamenti politici per la Corea, quando era al secondo anno del corso di canto dell’Università Nazionale di Seoul. Una volta in Italia, completò in soli due anni il corso quinquennale di canto presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma e proseguì vincendo vincendo svariati premi in diversi concorsi canori, tra i quali va citato il concorso tenuto presso l’Arena di Verona.

LA SCALATA VERSO IL SUCCESSO

Il direttore d’orchestra Harbert Von Karajan, che la incontrò per la prima volta nel 1986, la lodò sostenendo che avesse “una voce che scendeva dall’alto”, una di quelle voci che si potevano sentire forse una volta ogni cento anni. Grazie alla conoscenza fatta con Von Karajan, all’epoca direttore dell’Orchestra filarmonica di Berlino, Sumi Jo si trovò a salire rapidamente fino alle vette più alte.

Nel 1987, successivamente alla sua comparsa in scena del Ballo in maschera di Verdi, insieme a Placido Domingo e all’Orchestra filarmonica di Vienna, il nome di Sumi Jo divenne famoso in tutto il mondo. Nel 1988 Sumi Jo tornò brevemente nella sua madrepatria per cantare al concerto commemorativo per le Olimpiadi di Seoul. Qui ricevette un applauso assordante da parte dei suoi concittadini coreani che erano molto orgogliosi della sua fama da soprano a livello globale. L’anno successivo, la soprano continuò a cantare in tutti i principali teatri del mondo. Sumi Jo cantò anche in vari eventi internazionali, come ad esempio alla cerimonia di consegna dei premi Nobel. Verso la metà del 1990 sembrava che quest’artista non avesse nient’altro da desiderare dopo essere stata acclamata miglior soprano del mondo.

All’inizio del nuovo millennio Sumi Jo cominciò ad acquisire sempre maggiore popolarità in Corea. Un’emittente televisiva coreana arrivò a trasmettere un documentario sulla storia del suo successo ed un suo album arrivò a vendere un milione di copie.

Una connessione profonda con la musica lirica

Si potrebbe dire che Sumi Jo sia legata al mondo della musica fin dalla nascita. Sua madre, infatti, era una fanatica della voce di Maria Callas e, durante la gravidanza, ascoltava sempre i suoi dischi. Probabilmente attratta dalla drammaticità, dalla capacità di interpretazione e dalla forza penetrante della voce della signora Callas, una voce coinvolgente e allo stesso tempo sconvolgente. Quella stessa madre sognava di diventare una cantante lirica, ma non riuscì a realizzare il proprio sogno a causa della guerra e della povertà che in quel periodo regnavano in Corea.

Quando Sumi Jo cominciò a cantare, cercava di imitare Maria Callas, trovandosi di conseguenza ad interpretare un repertorio alquanto pesante. Iniziando a cantare ad 11 anni, quando possedeva ancora una voce bianca, riusciva ad imitare la Callas alla perfezione.

Per una ragazza asiatica non doveva essere facile comprendere a pieno l’arte e la cultura occidentale, ed in particolare europea. Ciò è dovuto alle molteplici differenze presenti tra le due culture tra le quali la lingua ed il modo di pensare. Tutto può risultare diverso e alquanto distante. Tuttavia Sumi Jo sembrava possedere il dono di assorbire tutto molto velocemente e con positività. Come essa stessa afferma, fin dalla tenera età sembrava essere cosciente di cosa avesse bisogno e in cosa dovesse migliorare, conosceva cosa poteva fare e cosa invece no. Proprio per questa ragione, avvicinarsi e comprendere l’opera italiana, per lei, è stata una cosa del tutto naturale ed istintiva.

la disciplina: un elemento indispensabile per il successo

Potremmo dire che Sumi Jo sia stata la pioniera di un legame profondo tra l’Asia e il mondo dell’opera in quanto fu la prima cantante lirica asiatica ad affermarsi in Occidente. La disciplina è stata sicuramente un elemento assolutamente necessario per affermare la propria figura e costruire una carriera di successo. Al giorno d’oggi la professionalità paga perché è richiesto un livello che si avvicina alla perfezione. Per raggiungere tale perfezione, l’unica cosa da fare è lavorare sodo. Il talento naturale di certo aiuta, ma solo con il duro lavoro ed un impegno costante si può davvero raggiungere il successo desiderato. Proprio questa dedizione sembra essere il segreto dell’affermazione di Sumi Jo nel mondo dell’’opera.

La scoperta del proprio talento

Quando cominciò la sua carriera, Sumi Jo riteneva di avere una voce pesante di soprano lirico o mezzosoprano. Allo stesso tempo però, quando ascoltava Sutherland riusciva a farne la coloratura. Una volta giunta a Roma per i suoi studi, incontrò un insegnante mezzosoprano che le spiegava il canto senza mostrarle come applicare concretamente questi precetti. Il comportamento di questo docente è spiegabile con la filosofia per la quale ognuno debba trovare da sé il proprio modo. Fu proprio in quel periodo che Sumi Jo capì che i suoi ruoli sarebbero stati quelli di coloratura. Per chi non sia a conoscenza di cosa sia un soprano di coloratura, si tratta di un soprano che si distingue dagli altri per la capacità tecnica di eseguire una serie di ornamenti su una parola o su una particolare sillaba sfruttando al massimo la propria agilità vocale. 

In Italia, Sumi Jo ha avuto la possibilità di studiare molto e specializzarsi nel Belcanto italiano caratterizzati da elementi quali ad esempio crescendi e acuti pianissimo; elementi che creano meraviglia nel pubblico, secondo l’artista, e che per essa risultavano di assoluta naturalezza d’esecuzione. A parere dell’artista è possibile nascere con una predisposizione artistica naturale, ma non si è mai perfetti.

Tra i ruoli più noti ed apprezzati interpretati da Sumi Jo, ricordiamo quello difficilissimo della Regina della Notte in Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Mozart e la toccante interpretazione dell’Ave Maria di Schubert. Vanno ricordati anche la sua partecipazione all’incisione di Die Frau ohne Schatten (La donna senz’ombra, opera in tre atti di Richard Strauss), diretta da Georg Solti e premiata da un Grammy Award nel 1993.

Sumi Jo: un talento un po’ italiano
Sumi Jo al concerto ‘Shining K-Classics’
sumi jo: una diva del nostro tempo

Qualunque giornalista abbia intervistato Sumi Jo può testimoniare quanto questa donna sia semplice, vivace e di mentalità aperta. Le piace scherzare e possiede l’incredibile capacità di rendere la conversazione interessate ed incredibilmente profonda.

Sumi Jo è una vera Diva, ma sostiene di sentirsi tale solo quando è sul palco ad esibirsi. È una donna che sa ciò che vuole, però quando si trova a lavorare con altri artisti è sempre pronta ad ascoltare le loro idee per creare insieme, come risultato, un qualcosa di bello. Come abbiamo già detto precedentemente, è molto aperta e soprattutto curiosa di scoprire sempre qualcosa di nuovo sulla musica. Rappresenta la figura di una diva molto amichevole e sociale, interessata non solo al mondo della musica, ma al mondo in generale in quanto si appassiona ai problemi sociali quali la povertà mondiale, l’infanzia difficile, le persone affette da handicap e gli animali.

Impegno sociale

Sumi Jo ritiene che le vere dive debbano usare la propria posizione avvantaggiata per fare del bene attraverso la musica, ma non solo. Essa è artista della pace dell’Unesco e uno dei suoi principi consiste nella credenza che i musicisti posseggano un ruolo fondamentale nella vita delle persone. Oggi, purtroppo, il mondo vive una situazione disastrosa a livello generale e la musica non sempre possiede la forza di trasmettere un messaggio di pace. Le persone d’oggi non sono più cristalline, non possiedono più la forza di credere nel bene e conseguentemente di accogliere la bellezza nella propria vita. Il mondo d’oggi va veloce e quindi si tende ad ascoltare una musica più istantanea, mentre la musica d’arte richiedere del tempo per essere compresa al meglio.

Sumi Jo sostiene che non esiste più la diva anni ‘50, poiché il mondo d’oggi necessita di una diva più vicina alla gente e che deve agire per compiere qualcosa di concreto, che è ciò che cerca di fare lei ogni giorno, con ogni sua canzone, interpretazione e con ogni suo gesto.

Sumi Jo, oltre al coreano, parla correttamente italiano, francese ed inglese, oltre ad avere una buona conoscenza del tedesco, dello spagnolo e del russo. A suo parere, la sua conoscenza di questi idiomi è del tutto naturale poiché canta in queste lingue.

In ambito italiano Sumi Jo ha partecipato, nel 2015, al programma Il mondo insieme. Mentre nel 2019, è apparsa come ospite d’eccezione, alla prima puntata del serale del talent Amici di Maria De Filippi, dove ha eseguito un duetto con uno dei concorrenti del programma.

Se in Italia abbiamo molti italiani dal cuore coreano, possiamo certo definire Sumi Jo una coreana dal cuore italiano.

FONTI per Sumi Jo: un talento un po’ italiano

Nozioni sulla carriera tratte dal sito ufficiale di Sumi Jo
Wikipedia per la vita dell’artista e per la sua carriera
Viagginews.com per i successi di Sumi Jo e le informazioni della sua presenza al programma italiano Amici
Intervista al sito IODO per la storia di Sumi Jo e il suo approccio alla musica lirica
La soprano Sumi Jo: foto ridimensionata tratta da wikimedia.org – originale tratta da kimmimi.net
Sumi Jo al concerto ‘Shining K-Classics’: foto ridimensionata, immagine originale by KCCUK – flickr.com