Ineguaglianze di genere: essere donna in Cina

Ineguaglianze di genere

A partire dal XIX° secolo e dai primissimi anni del XX° secolo, dibattiti su cosa potesse significare il termine “woman question” preoccupavano enormemente l’élite sociale cinese, così come aveva destato non poche problematiche in Europa, UK e USA. La questione donna in Cina interessa la politica, l’arte e la comunicazione, tra gli altri campi.

I PRIMI IMPORTANTI SVILUPPI

In Cina le donne erano tenute a sottostare alle così chiamate “tre obbedienze”, ovvero al padre, al marito ed al figlio. I riformatori cinesi, a seguito delle riforme e modernizzazioni che stavano avvenendo nel resto del mondo, videro la liberazione delle donne e la realizzazione dell’equità di genere come condizione necessaria per forza statale, modernità e progresso.

La “woman question” mise l’equità di genere sull’agenda di ogni partito rivoluzionario, nazionalista e comunista, a partire dal XX° secolo. Il Partito Comunista Cinese (PCC), in particolare, innalzò l’equità di genere al rango di elemento principale della sua retorica, politica e legislazione.

Il PCC stabilì, non a caso, un’organizzazione di massa chiamata All China Women’s Federation, ove le donne svolgevano lavori che potevano chiaramente portare alla conseguente mobilitazione delle stesse, sia per la rivoluzione che per lo sviluppo nazionale. Questa federazione cessò di esistere nel 1960 per poi ristabilirsi nel 1978.

La condizione della donna in Cina
Quale il ruolo della donna in Cina?

Nel primissimo periodo post-Mao The Women’s Federation lottò duramente per riacquistare piena riconoscenza da parte dei leader del partito che la vedevano come un’organizzazione inutile a sé stessa e alla nazione. Tuttavia, i membri dell’associazione nel 1992 emanarono una legge: The Women’s Right Protection Law e nel 1992 l’organizzazione venne riconosciuta nuovamente come parte integrante della macchina statale cinese.

The Women’s Federation lottò duramente per riacquistare piena riconoscenza da parte dei leader del partito. Nel 2010 nelle aree rurali la Women’s Federation lottò per migliorare e innalzare la cosiddetta suzhi (qualità) delle donne. Tutto questo si svolse attraverso corsi che dovevano seguire attentamente per così contribuire allo sviluppo economico che la Cina da sempre aspirava.

Dunque, alcuni aspetti di equità di genere vennero svolti innanzitutto in una Cina rurale. Ben prima di ciò, le donne svolgevano lavori che presupponevano delle abilità considerate nettamente inferiori a quelle che potevano possedere gli uomini nello svolgimento di occupazioni più alte. Successivamente, prese piede l’idea che

“What men can do, women can do too”

L’idea feudale che vedeva gli uomini nettamente superiori alle donne, in una società patriarcale come la Cina, non cessò di esistere.

un confronto: educazione, sex ratios e ineguaglianze di genere sul lavoro

Per quanto riguarda il settore educativo, la condizione della donna al suo interno venne nettamente innalzata durante l’era maoista (le donne viste da Mao come sostenitrici dell’altra metà del cielo). Ricordiamo la politica del figlio unico come un grandissimo freno sociale: in media sui 105-107 figli maschi nascevano per ogni 100 figlie femmine. Durante la Only child policy, spesso, se il figlio nasceva di sesso femminile erano due le opzioni: abortire o non registrarla chiaramente nel sistema hukou, così da non permettere di ricevere un’educazione, lavoro e cure mediche.

Nel 1995, la percentuale di disoccupazione femminile era del 3,62%. Nel 2007 aumentò fino ad arrivare al 9,42%, il 4,19% in più della disoccupazione maschile.

mATRIMONIO patrilocale nella cina rurale E DIVISIONE STIPENDIARIA

La maggior parte dei matrimoni nella Cina rurale sono virilocali (la donna si trasferisce nella località del marito) o patrilocali. Studiosi hanno visto questo fenomeno come prima causa assoluta dell’ineguaglianza di genere. I genitori cinesi spesso vedono le loro figlie come “membri famigliari temporanei” perché una volta sposate andranno a stare permanentemente nel villaggio del marito.

Il matrimonio virilocale è visto come un qualcosa in grado di apportare un impatto estremamente negativo sulle donne e sull’equità di genere. La donna promessa sposa, una volta trovato marito, deve lasciare il suo villaggio e così anche le sue amicizie, abitudini, famiglia. In poche parole, lascia sé stessa e la sua vita racchiusa in un piccolo villaggio che non rivedrà.

La donna dunque si dovrà abituare ad una nuova vita, nuove amicizie: ripartire completamente da zero.

男主外, 女主内 Nán zhǔ wài, nǚ zhǔ nèi: Il maschio fuori, la donna in casa.

Le divisioni di salario fra uomo e donna sono sempre state condizionate enormemente dalla frase sopracitata. Anche durante la rivoluzione culturale, il lavoro congiunto nelle campagne era visto come un qualcosa di destinazione prettamente maschile, dunque una mobilitazione femminile in questo senso non poteva desistere. Oltre a ciò, le donne sono da sempre viste come “poor leadership material”, incapaci di governare e imporsi.

Nonostante tutto, durante gli ultimi decenni, vi sono stati dei cambiamenti sostanziali circa la figura della donna in Cina. Non tutti questi cambiamenti si sono volti verso una direzione univoca: alcune tipologie di ineguaglianza di genere sono diventate “meno comuni” e altri, invece, sembrano cambiate letteralmente; altre ancora sembrano essere nate o disintegrate durante l’era post-Mao.

Concludendo, in un paese come la Cina, in continua ascesa e mutamento, le relazioni di genere continuano ad essere pervase dalla “woman question”.

Chinese first lady calls for gender equality, end to poverty

Un altro fenomeno tutto cinese, nonché sinonimo di forte disparità di genere è da ricercarsi nel marriage market. Le ragazze cinesi sono spinte fin da giovani dai genitori a trovare il prima possibile un marito. A 24 anni se non sei ancora fidanzata, ma pensi solo alla carriera e non al matrimonio, non potrai essere ben vista con facilità dalla tua famiglia.

Per saperne di più, potete guardare questi video molto interessanti (il secondo molto commovente). Buona visione!

How Chinese marriage markets help parents find a love match for their child – BBC
SK-II: Marriage Market Takeover
Fonti sulla questione donna in Cina

SETH, S. (2013). Nationalism, Modernity, and the “Woman Question” in India and China. The Journal of Asian Studies,72(2), 273-297.
JACKA, T., KIPNIS, A., SARGESON, S. Contemporary China, Society and Social change. Cambridge University Press, 2013, 237-255.
Le “leftover women”: donne tralasciate dalla società cinese di Federica Crepaz
Image by Alex Hu from Pixabay

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