Negli ultimi tempi la Cina ha puntato molto allo sviluppo economico e tecnologico. Lo si può vedere soprattutto nelle grandi città come Pechino e Shanghai dove tante delle antiche abitazioni sono scomparse per lasciar posto ai grattacieli. Per non parlare dei profondi cambiamenti nello stile di vita dei cinesi che appaiono sempre più legati ai cellulari e ai computer, piuttosto che ai libri. Dove trovano posto i romanzi classici cinesi in questa società moderna?
Analizzando questa situazione, sembra quasi che la Cina si sia dimenticata del suo passato e che le nuove generazioni non abbiano più interesse per la letteratura. È vero che questa è una tendenza che sta prendendo piede negli ultimi anni, ma esplorando a fondo la loro società, ci si può anche accorgere come la letteratura antica continui ad avere una certa influenza.
“Dici che sono inerme, e non sai che con queste mie due mani sono capace di strappare la luna dal fondo del cielo.”
Lo Scimmiotto, Wu Ch’eng-en
Se si legge un libro o si ascolta un telegiornale, non è raro sentire delle frasi fatte che contengono elementi della storia cinese. Basti pensare per esempio ai chengyu 成语, dei modi di dire formati da quattro caratteri che sono molto comuni nella lingua scritta e parlata, e che fanno spesso riferimento alla letteratura cinese. Tuttavia non sono solo i chengyu che fanno rivivere la cultura antica. Se si passeggia per una strada o si cena a un ristorante ci si può facilmente imbattere in insegne, vestiti o altri oggetti che rimandano a personaggi fantastici noti fin dall’antichità.
Tutti sanno che la Cina ha una storia millenaria e che di libri e scrittori importanti ce ne sono stati a non finire, ma quali sono le opere che hanno avuto una maggiore influenza? Di certo non si può non nominare i “Quattro grandi romanzi classici” altrimenti detti “Si da ming zhu” 四大名著.
Di tutti i romanzi scritti nel corso dei secoli, questi quattro sono considerati i più importanti dagli studiosi. Infatti non solo hanno contribuito a dare le basi dei successivi romanzi cinesi, ma molte delle loro storie e personaggi sono stati fonte d’ispirazione per film, giochi e altre forme d’intrattenimento.
Quali sono i quattro romanzi classici cinesi e i motivi del loro successo?
Il sogno della camera rossa
Questo romanzo, conosciuto anche come “La storia della pietra” o Honglou meng 红楼梦, è stato scritto intorno alla metà del ‘700 da Cao Xueqin. Narra la storia della famiglia benestante Jia, vissuta durante l’epoca Qing, e in particolar modo racconta le vicende di uno dei suoi membri principali, il giovane erede Jia Baoyu.
Non c’è scelta migliore di questo romanzo per addentrarsi nella vita quotidiana delle famiglie agiate dell’epoca. La maggior parte del racconto si svolge all’interno delle mura casalinghe focalizzandosi sul rapporto fra i vari membri della famiglia e dei loro servitori. Relazioni che non sempre sono pacifiche a causa delle rigida etichetta e che spesso sfociano in conflitti. È il caso per esempio della tragica storia d’amore fra il protagonista Jia Baoyu e le sue cugine, Lin Daiyu e Xue Baochai, che saranno costretti a mettere da parte i loro sentimenti per volere della famiglia.
Tuttavia questo romanzo non riguarda solo la loro vita quotidiana. L’autore dimostra in più scene la sua grande conoscenza della cultura e della filosofia cinese e non sono pochi i riferimenti al taoismo e al buddhismo. Questa cosa è già visibile dal titolo dove subito si accenna alla presenza di un sogno che è parte fondamentale della storia. All’interno dell’opera verranno descritti fino a trentadue sogni che ci aiuteranno a capire lo sviluppo della psicologia dei personaggi.
Sul “Sogno della camera rossa” sono stati scritti numerosi articoli e libri e sono stati diretti anche diversi film. Il più famoso telefilm è forse “Il sogno della camera rossa” del 2010, una serie di 50 episodi creati dalla regia di Li Shaohong.
Lo scimmiotto
Conosciuto anche come “Viaggio verso occidente” o “Xiyouji” 西游记 è in assoluto una delle opere narrative che hanno avuto più successo in tutta la letteratura cinese, anche per i giovani lettori.
Scritto da Wu Cheng’en, letterato e poeta vissuto fra il 1505 e il 1580, narra le avventure vissute dallo scimmiotto Sun Wukong, una scimmia dotata di poteri sovrannaturali che vuole ottenere l’immortalità per proteggere il suo popolo. Per raggiungere il suo obiettivo si mette in viaggio con il monaco Xuanzang che si deve recare in India per ottenere i testi buddhisti richiesti dall’imperatore, una storia che si ispira alla vera spedizione compiuta proprio da questo monaco e che contribuì alla diffusione del buddhismo in Cina. Per tutta la durata del loro cammino i due protagonisti si ritrovano a superare diverse prove e affrontare mostri fantastici, imprese narrate con un un misto di semplicità e ironia. Il tutto accompagnati da altri importanti personaggi diventati canonici nella cultura cinese: il maiale Zhu Wuneng, il cavallo Yulong Santaizi e il demone fluviale Sha Wujing.
Lo “Scimmiotto” è un’opera di fantasia che mescola elementi non solo filosofici, ma anche storie e leggende popolari tipiche della Cina del 1500. Ad esso si sono ispirate altre opere di successo come Dragonball, famoso manga e anime giapponese, oppure il film d’animazione Monkey King del 2015 che è ancora uno dei maggiori film d’incasso in Cina.
Il romanzo dei Tre regni
Gli appassionati di storia antica cinese avranno sicuramente sentito parlare del “Romanzo dei tre regni” o “Sanguo yanyi” 三国演义. Come si deduce già dal titolo, l’opera narra le vicende accadute durante il periodo dei “Tre regni” che si colloca fra il 220 e il 280 d.C.
Si tratta di un momento piuttosto caotico per la Cina. La caduta della dinastia Han nel 220 d.C porta alla suddivisione dell’impero dove vari contendenti si sfidano l’uno contro l’altro nella speranza di diventare il nuovo imperatore.
L’autore Luo Guanzhong riporta alla vita questa parte di storia attraverso la sua fantasia, narrando in ben 120 capitoli le battaglie di quasi un migliaio di personaggi. Infatti non c’è un unico protagonista, ma tutta una serie di personaggi che vivono la propria storia. Alcuni di questi sono diventati iconici come Cao Cao, ambizioso leader del regno di Wei (uno dei tre regni) che cercherà di contendersi il trono imperiale scontrandosi con i suoi rivali, o He Jin, comandante della decadente dinastia Han che cercherà di difendere fino alla sua condanna a morte.
Questo romanzo, ricco di battaglie e intrighi, è ancora uno dei più letti e studiati in Cina e il tutto è testimoniato anche da una serie di film e videogiochi, come il videogioco di strategia “Total war: Three kingdoms” del 2019, dedicati alla sua storia e ai suoi personaggi.
I briganti
Forse il romanzo dei “Briganti” o Shuihuzhuan 水浒传 dell’autore Shi Nai An è quello meno conosciuto dei quattro romanzi classici, ma non per questo meno importante. Narra la storia di una banda di 108 briganti, guidati dal loro capo Song Jiang, vissuti verso la fine della dinastia Song settentrionale del 1100 d.C.
All’inizio si parla delle loro vite, indipendenti ma intrecciate l’una con l’altra, per poi passare alla fondazione del gruppo alle pendici del monte Liang e alla descrizione delle loro battaglie contro le città vicine. Nonostante siano chiamati “briganti”, questi personaggi non sono gente di malafede, ma persone spinte da nobili ideali. Spesso si mettono dalla parte dei più deboli per difenderli dalle tirannie dei funzionari, gesta che a un certo punto verranno riconosciute anche dalla corte imperiale.
A differenza del “Romanzo dei Tre regni”, quest’opera si concentra meno sullo scenario storico e politico per soffermarsi di più sulla descrizione dei suoi personaggi e della vita urbana. Un’analisi così accurata da creare un’opera di ben 114 capitoli.
Sulle loro vicende esistono diversi film e serie tv, anche se non molto recenti. L’ultimo film risale al 1993 ed è conosciuto in inglese con il titolo di “All men are brothers: blood of the leopard”.
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