L’ascesa della pittura di paesaggio cinese nella dinastia Song è una storia lunga qualche secolo ma con influenze che arrivano ai nostri giorni.
Contesto storico
Ci troviamo nella dinastia Song, una dinastia che regnò in terra cinese a partire dal 960 fino al 1279. Si divide in due periodi principali: dal 960 al 1127 con capitale Kaifeng, prendendo il nome dei Song Settentrionali; dal 1127 al 1279 con capitale Hangzhou ritroviamo il regno dei Song Meridionali. La dinastia Song fu caratterizzata da un forte sviluppo economico, tecnologico, culturale e di grande cambiamento sociale. Quando si sente parlare di questo regno in particolare si pensa ad un grande dinamismo, un’era nella quale ci fu un grandissimo aumento della popolazione e nella quale lo sviluppo dei centri urbani e del commercio fu conobbe una crescita incessante.
Le innovazioni tecnologiche ebbero modo di incentivare ulteriormente questo periodo di grande fervore in svariati ambiti, portarono ad un significativo cambiamento sociale e culturale. Tra queste troviamo la bussola, la stampa su blocchi di legno, la polvere da sparo e la produzione di porcellana in larga scala. Tutte queste innovazioni ottennero importanza internazionale e diedero alla Cina una potente spinta. Inoltre, la Cina Song divenne centro di educazione e di distribuzione di sapere e informazioni grazie alla circolazione di libri.
Gli avvenimenti e i fatti appena citati ebbero notevoli ripercussioni non solo sul piano sociale, come già accennato in precedenza, ma anche sul piano culturale e di conseguenza artistico. L’ascesa della pittura di paesaggio, in cinese chiamata 山水 (letteralmente montagne e corsi d’acqua), come un genere a sé stante, quasi sicuramente è da considerarsi strettamente correlata all’urbanizzazione e allo sviluppo economico e sociale che stava avvenendo in quel preciso periodo.
Artista e imperatore: la dualità in Huizong
L’imperatore Huizong, che regnò dal 1101 fino al 1125, è legato indubbiamente all’apparizione della calligrafia, considerata una vera e propria forma d’arte. Attento osservatore della pittura “fiori e uccelli”, grande collezionista di ceramiche e abile artista, è considerato una figura di forte rilevanza. Un’importanza storica e culturale è da ricercarsi sia nella sua persona, che soprattutto all’interno delle sue riforme istituzionali in ambito artistico. Queste riforme includono la preparazione degli artisti Song nell’Università Nazionale della capitale e l’edificazione di un esame esclusivamente destinato ai pittori dell’epoca.
Uno sguardo alla vita di tutti i giorni
Numerose immagini pittoriche raffiguravano la vita in città, squarci di quotidianità e raffigurazioni di industrie che spesso vennero caratterizzate come un genere a sé stante sotto le sembianze di ciò che viene chiamato jiehua, letteralmente immagini di edifici o costruzioni. Zhang Zeduan è l’artista che meglio incarna le caratteristiche qui sopra descritte. Nel suo dipinto “Spring festival on the river” ben si nota la dinamicità della scena ed i dettagli sono stati dipinti con grande meticolosità.
Verso la pittura di paesaggio cinese
Durante la dinastia Song la pittura raggiunse un ulteriore sviluppo in ambito paesaggistico. Distanze immense erano rese in modo magistrale tramite l’utilizzo di sagome indistinte e i contorni delle montagne quasi sparivano fra le fitte nebbie. L’enfasi attribuita al paesaggio era basata sulla filosofia cinese. Non a caso, il Taoismo considerava gli uomini come dei piccoli punti appartenenti al vasto cosmo, mentre il Neoconfucianesimo perseguiva la ricerca di modelli che si pensava potessero causare fenomeni sia sociali che naturali.
La pittura di paesaggio era superiore, era un genere alto, non era al pari della pittura “fiori e uccelli” o al pari della mera ritrattistica. Era considerata, insieme ai giardini, come un qualcosa che poteva aiutare tutti coloro che avessero bisogno di scappare momentaneamente dalla loro vita monotona. Immergersi in un dipinto di paesaggio era quasi come cercare di far parte di esso e chi guardava questi dipinti provava pace, serenità. Era proprio questo sentimento ciò che molto spesso gli artisti volevano trasmettere. Il rapido fenomeno dell’urbanizzazione e la continua ricerca della modernità diedero il via agli artisti impazienti di trovare in tutti i modi un nascondiglio per sfuggire dalle pressioni fisiche e psicologiche scatenate da un periodo in continuo dinamismo e mutamento.
Gli elementi della pittura di paesaggio cinese
La pittura di paesaggio cinese, in particolare della dinastia Song, si distingue per la rappresentazione di scene realistiche e intricate poste in primo piano ed uno sfondo che si perdeva per dare ampio spazio e per far concentrare tutta l’attenzione del guardante verso ciò che si stagliava in primo piano. In questi dipinti le cime delle montagne emergono quasi sempre tra nubi altissime ed una nebbia fitta, mentre i corsi d’acqua scorrono verso spazi ignoti.
Le rappresentazioni di paesaggi dovevano seguire dei precisi dettami: dovevano essere colmi di significato e dovevano possedere una funzione sociale.
Il termine cinese per “paesaggio” fu a quel tempo 山水, letteralmente montagne e fiumi (o corsi d’acqua). Durante il periodo Song, la maggior parte dei dipinti di paesaggio certamente enfatizzava montagne, fiumi e laghi, tuttavia come affermano gli studiosi R. L. Thorp e R.E. Vinograd nel volume Chinese art and culture: “I paesaggi cinesi possono evocare qualsiasi cosa”.
Alcuni fra i più importanti artisti di paesaggio del periodo Song
Vi sono una miriade di artisti di paesaggio, ma i più importanti del periodo sono coloro che sono riusciti a lasciare un segno indelebile nella storia di quest’arte.
Fan Kuan (Song Settentrionali)
Travelers among mountains and streams, inchiostro e colore su seta
Guo Xi (Song Settentrionali)
Early spring, inchiostro e colore su seta
Zhao Boju (attivo nel 1120)
Autumn colours along rivers and mountains, inchiostro e colore su seta
Ma Yuan (1190-1225, Song Meridionali)
On a mountain path in spring, inchiostro e colore su seta
Bibliografia
VINOGRAD R.E., THORP, ROBERT L., Chinese Art and Culture, Prentice Hall (2003)
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