Cinese è sinonimo di “contraffatto”?

Fake Market in Cina

Come noto, da sempre la Cina è considerata il paese della contraffazione per eccellenza. Non c’è da stupirsi se ancora oggi sia spesso vista in questo modo, dato che permane tutt’ora un altissimo tasso di replica per qualsiasi prodotto, per molti cinese è sinonimo di contraffatto. Dalla borsa di Louis Vuitton alla cintura di Gucci, dalle magliette Balenciaga alle felpe della Off-White e tanto altro ancora. La Cina copia veramente ogni cosa, in un modo talmente magistrale che spesso non si riesce a capire se sia un falso oppure l’originale!

I fake market sono popolari in tutta la Cina e anche all’estero. Non puoi dire di essere stato in Cina se non sei mai andato almeno una volta in un fake market e se non vi hai acquistato qualcosa. Ma cosa sono i fake market? Perché sono così popolari in tutta la Cina e se ne sente parlare spesso e volentieri anche all’estero?

Lusso maschile, contraffatto o di marca?
Oggetti di lusso da uomo. Originali o falsi?

i fake market cinesi

I fake market sono sparsi per tutte le città più importanti e non della Cina continentale. Li potete trovare a Pechino, a Canton, a Tianjin, a Shanghai, a Nanchino e in moltissime altre città cinesi. Noi occidentali, da sempre imbrigliati nel concetto delle marche e delle griffe, siamo sempre pronti a spendere tanto solo per una scritta su di una scarpa o su di un capo, che crediamo faccia la differenza. Ci riconoscono in tutto il mondo perché siamo gli unici, soprattutto noi italiani, ad avere sempre almeno un qualcosa di griffato indosso.

I cinesi, conoscendo la nostra indole dello spendere cifre immani per i capi griffati e il nostro costante desiderio di apparire, hanno ben pensato di creare questi mercati del falso. I fake market sono popolari in tutta la Cina e anche all’estero. I più famosi sono i due di Pechino. Il Mercato della Seta (Xiushui Jie), nel distretto di Chaoyang e il Mercato delle Perle (Hongqiao).

Il Mercato della Sera, o Silk Street Market, è una reggia della contraffazione e del falso. Ogni piano con prodotti specifici, dalle scarpe all’abbigliamento, dall’elettronica ai giocattoli, dai profumi agli accessori per la casa… insomma, un enorme centro commerciale, da cui è veramente impossibile uscire senza aver comprato qualcosa!

Cinese è sinonimo di "contraffatto", specie per i brand lusso
Una borsa di Luis Vuitton
L’ARTE DEL SAPER CONTRATTARE

In questi fake market si trova veramente di tutto alcune volte a prezzi stracciati, soprattutto se sai contrattare (meglio in cinese) e se sei un po’ furbo. Innanzitutto, bisogna stare molto attenti a non farsi truffare. Mi è capitato che i commessi di questi fake market cercassero in tutti i modi di rifilarmi borse Gucci, borselli di Prada o Louis Vuitton veramente mal fatti e completamente diversi dall’originale. Vi consiglio infatti di arrivare sempre armati di fotografie dell’originale sul cellulare e controllare il tutto nel minimo dettaglio e, solo dopo aver controllato tutto scrupolosamente, acquistare.

I cinesi amano contrattare. Ancora meglio se vedono un occidentale che sa parlare cinese e che sa contrattare in cinese! La frase da usare per far abbassare i prezzi è la classica: 我是穷学生,我真的没有钱啊!还有,今年我没得到大学的奖学金啊!(Wǒ shì qióng xuéshēng, wǒ zhēn de méiyǒu qián a! Hái yǒu, jīnnián wǒ méi dédào dàxué de jiǎngxuéjīn a!). Ovvero: “Sono una studentessa povera, non ho soldi e quest’anno non ho ricevuto una borsa di studio dall’università!”. E da qui può solo che andare per il meglio e il prezzo non può far altro che scendere.

State sempre molto attenti perché anche se il primo prezzo vi sembrerà abbordabile,  è di solito cinque o dieci volte superiore rispetto a quello finale. Quindi, il mio consiglio è sempre: contrattate, contrattate e ancora contrattate fino a che il prezzo diventi stracciato e tu soddisfatto.

Il mio record è stato dai 3000 Yuan (circa 300 euro) che mi avevano chiesto per una borsa di Louis Vuitton (IDENTICA all’originale), ai 100 Yuan (circa 10 euro) per i quali poi me l’hanno venduta tristemente e con la coda fra le gambe. Ancora oggi quando tutti mi chiedono quanto io abbia pagato la mia borsa di Luis Vuitton, mi viene da ridere e rispondo “l’ho pagata con sudore e fatica!”.

Non preoccupatevi, il saper contrattare non è una brutta cosa, e comunque loro ci guadagnano sempre, anche arrivando a vendere a prezzi stracciati. Questo perché ogni giorno migliaia di occidentali si tuffano nei fake market e vi rimangono per ore e anche per giornate intere!

Un altro consiglio utile è il fare finta di andarsene quando il commesso ti dice che il tuo prezzo è troppo basso e non lo può accettare. 好的。那么,我走了……拜拜!谢谢你啊!(Hǎo de, nàme wǒ zǒule……bàibài! Xièxiè nǐ a!), “bene, allora me ne vado… ciao e grazie!” Il commesso, se disperato, ti fermerà e continuerà a contrattare con te, oppure ti guarderà con sguardo di sfida borbottando cose in cinese che mai ho capito, ma che forse è meglio non capire!

YU HUA e “LA CINA IN DIECI PAROLE”

Cosa aspettate ad avventurarvi in un fake market cinese? Penso che ormai abbiate capito che è un’esperienza veramente imperdibile!

Per capire qualcosa di più sull’arte del contraffare prodotti occidentali alla perfezione, leggete il libro di Yu Hua, grande scrittore contemporaneo cinese, La Cina in dieci parole. Il capitolo 10 intitolato Taroccato, tratta proprio del fenomeno del falso cinese in modo particolare e sorprendentemente pungente.

bibliografia e sitografia

PANG, CHING LIN, and SARA STERLING. “From Fake Market to a Strong Brand? The Silk Street Market in Beijing.” Built Environment (1978-) 39, no. 2 (2013): 224-35.
Wilcox, K., Kim, H., & Sen, S. (2009). Why Do Consumers Buy Counterfeit Luxury Brands? Journal of Marketing Research,46(2), 247-259.
Enjoy Shanghai, fake markets

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