I colori in Corea del Sud

I colori in Asia hanno spesso significati profondi, e anche i colori in Corea del Sud possono comunicare molto, specialmente è importante il ruolo del colore bianco.

Lo splendido hanbok è l’abito della tradizione coreana che presenta ampie curve e caratterizzato da colori fiammeggianti accompagnati da magnifici ornamenti. E’ l’indumento a cui la stragrande maggioranza delle persone pensa quando sente parlare di abbigliamento tradizionale della Corea del Sud. Va però fatta una precisazione: la realtà è ben diversa da quella che viene mostrata nei sempre più popolari drama storici. Infatti, nel corso delle varie epoche, questi vestiti sfarzosi rappresentavano un’esclusiva delle classi nobili e delle gisaeng. La maggior parte della popolazione, invece, era solita indossare abiti semplici e di colore bianco o affini a questo.

I colori in Corea del Sud: il bianco negli abiti
Il bianco rappresentava il colore principale con il quale erano realizzati gli abiti della maggior parte della popolazione coreana

C’è un forte simbolismo legato ai colori in Corea, e sono varie le ragioni per cui i coreani hanno prediletto, e prediligono ancora oggi, l’uso del colore bianco.

la corea ha una profonda tradizione legata ai colori

Il simbolismo coreano tradizionale legato ai colori era governato principalmente dalle diverse dinastie ed epoche che si sono succedute nel corso dei secoli. Va sottolineato come, durante la dinastia Joseon, ai colori venisse posta particolare attenzione ed importanza. Vi sono degli antichi scritti cinesi, alcuni risalenti ad epoche che precedono Cristo, che trattano per l’appunto di questa caratteristica comune della moda negli antichi regni coreani. Alcuni elementi di eredità riguardanti questa tradizionale concezione che concerne l’abbigliamento sono sopravvissuti fino ai tempi moderni, con un’imponente evidenza facilmente scorgibile ovunque anche nel moderno stile di vita dei coreani.

l’introduzione nella corea moderna di colori considerati “moderni”

Tradizionalmente, i coreani ritenevano che colori quali il grigio, il tortora, il beige ed il marrone fossero “impuri”. Tuttavia, grazie ai film, alle tendenze occidentali, alla globalizzazione e alle conseguenti interrelazioni tra le diverse nazioni, i trend di questi colori sono ora diventati popolari. Anche il nero è stato accettato come il colore che simboleggia l’occidente ed il modernismo. I coreani, infatti, stanno ora cominciando a preferire sempre più abiti neri per eventi formali, riunioni di lavoro, cerimonie di premiazione, matrimoni, uniformi scolastiche e addirittura i funerali. Ora, l’abbigliamento nero rappresenta un’immagine d’avanguardia, nobile ed elegante tanto che questa tinta viene spesso scelta da persone importanti per la capacità di rappresentare l’eleganza, la raffinatezza e l’alta classe.

l’importanza del colore bianco

Tutt’ora, comunque, resta ampiamente risaputo e noto quanto i coreani adorino indossare indumenti bianchi, anche nella propria vita quotidiana, al punto che in passato fu loro attribuito l’appellativo di “coreani vestiti di bianco”. Anche nei tempi moderni, nonostante l’accettazione sempre maggiore di colori diversi grazie all’incursione del mondo occidentale in terra coreana, questo colore sembra essere alquanto popolare non solo per quanto concerne l’abbigliamento, ma che per altri aspetti.

Potremmo quindi affermare che, sorprendentemente, l’uso del colore per rappresentare lo status o l’identità di un individuo avviene ancora oggi, anche se in modi diversi. In passato, infatti, erano le tonalità degli indumenti a mostrare la posizione nella società o in ambito accademico. Oggi invece i colori fungono da elemento indicativo di marchi, università, professioni, genere ed aziende.

Gli storici hanno da sempre offerto ed esposto numerose teorie con l’obiettivo di spiegare la duratura preferenza per il colore bianco da parte del popolo sudcoreano. Alcuni studiosi del Giappone imperiale ritenevano che questa abitudine del popolo coreano di vestire con abiti bianchi fosse null’altro che la conseguenza ovvia al dolore e alla costernazione provata nel corso della loro burrascosa storia. Gli studiosi coreani si sono ritrovati a battagliare innumerevoli contro queste asserzioni facendo riferimento, in innumerevoli occasioni, a tutte le credenze popolari che costituiscono il patrimonio della comunità coreana.

una venerazione collegata al culto del sole

Va citato come la venerazione per il colore bianco sia ampiamente diffusa in tutto il continente asiatico. Fa parte delle tradizioni dei gruppi che discendono dai mongoli i quali veneravano, ad esempio, i cavalli bianchi ed i raggi del sole. Secondo alcuni studiosi, l’aggettivo coreano heuida che significa “essere bianco” deriverebbe dalla parola hae che significa “sole”. Ciò indicherebbe che gli originari popoli che abitavano la penisola sudcoreana ricollegavano il sole al colore bianco e dimostravano il loro rispetto ad esso vestendosi, per l’appunto, con indumenti candidi. Questo processo di associazione che riconduce al concetto di “sole bianco” è da sempre valido per il popolo coreano, ma anche fra i giapponesi ed altre tribù di origine mongola.

l’importanza del bianco e l’obangsaek

Secondo alcuni storici che concentrano i propri studi sull’abbigliamento, nell’antichità, gli esseri umani in quanto a parte dell’universo, dovevano adattarsi alla regola dello Yin e dello Yang

Il bianco negli abiti in Corea del Sud
Il bianco è da sempre uno dei colori più amati dal popolo coreano

L’uso dei colori nella florida storia coreana può essere riassunto come avente due principali caratteristiche: l’attenzione che veniva posta sull’utilizzo del bianco e di altri colori naturali che non sono stati sbiancati o tinti; e l’obangsaek (오방색) ovvero l’uso dei cinque colori primari coreani: bianco, blu, nero, rosso e giallo, derivante dalla tradizione cinese dei colori. Questi colori deriverebbero dagli elementi naturali quali fuoco, acqua, legno, metalli preziosi e terra ed indicherebbero, inoltre, i punti cardinali. Teoricamente parlando il sistema di colori coreano, che presentava un’influenza cinese, si basava su questi cinque colori fondamentali. Non erano selezionati a caso, bensì dovevano rispecchiare il valore filosofico delle forze dello yin e dello yang che influivano l’una con l’altra nel governo dell’universo.

Un’enorme importanza era poi attribuita al significato del bianco nel simbolismo dei colori tradizionali coreani, in particolare a causa della sua relazione con la cerimonia del raccolto e, com’è stato principalmente citato, con il sole. Non bisogna stupirsi quindi se questo tono è apparso ampiamente nei racconti e nelle leggende mitologiche coreane.

il bianco come elemento di purezza e punto d’inizio

Per gli antichi coreani, il colore bianco rappresentava il punto di partenza, l’origine ed il fondamento stesso dell’umanità. Essi credevano infatti che il bianco fosse il simbolo più elementare. Questo spiegherebbe la loro predilezione ad indossare capi di questo colore, elemento che è divenuto una caratteristica distintiva dello stesso popolo coreano. I coreani credono fermamente che il bianco sia sinonimo di purezza, pulizia ed umiltà. Di conseguenza il suo utilizzo implicava un senso di devozione a tutte le cose naturali, pure e non decorative.

Durante il periodo Joseon, gli studiosi confuciani erano noti per indossare abiti bianchi con rifiniture nere per esprimere visivamente ed onorare l’ascetismo dello studioso. Qui la combinazione di questi due colori rappresentava l’armonia, la calma e addirittura la serenità dell’atmosfera. Qualcuno sostiene che, nel caso degli studiosi antichi, questa scelta di colori fosse legata al simbolismo degli uccelli gru che non erano influenzati da desideri mondani, ma volavano pacificamente nei cieli con grazia, onore e spirito inflessibile.

i colori dell’obangsaek, i punti cardinali e l’armonia

Anche il blu ed il rosso appartenevano ai cinque colori primari e, oltre a rappresentare il concetto di yin e di yang, erano cari al popolo coreano poiché, simboleggiando le direzioni cardinali del sud e dell’est, indicavano la vita stessa e ricevevano quindi l’energia solare. Questo è il motivo per cui le persone credevano che scegliere il rosso e il blu nei matrimoni avrebbe scacciato l’energia e gli spiriti negativi. 

I colori in Corea del Sud: rosso, giallo e blu
I colori in Corea del Sud hanno sempre avuto un’importanza a livello sociale

Proprio tenendo conto delle considerazione filosofiche legate ai cinque colori fondamentali che attribuivano al bianco il punto cardinale dell’ovest ed al giallo il punto centrale e di conseguenza era il colore che indicava l’imperatore cinese, nel 1275 i vestiti bianchi furono banditi . Venne consigliato di usare il blu per il proprio abbigliamento perché le popolazioni ad est dell’impero centrale cinese dovevano vestirsi con quel colore in accordo con la teoria sopra citata. Ad ogni modo, questo decreto riscontrò ben poco successo tra la popolazione coreana che continuò con le proprie usanze.

Inoltre, sempre in accordo con la teoria filosofica dei colori coreani fondamentali, durante il periodo Joseon furono applicate delle restrizioni che attribuivano i colori degli abiti sulla base dello status di appartenenza di una persona. Tutti gli abiti di colori sgargianti erano prerogativa delle classi alte della società e delle cortigiane, mentre alla gente comune era concesso l’utilizzo solo l’utilizzo di capi sulle tonalità dei bianchi o di colori generalmente spenti e sporchi.

una spiegazione più pratica

Una spiegazione più pratica dell’uso del colore bianco per l’abbigliamento coreano venne data da Horace Newton Allen (1858-1932), il primo missionario occidentale a giungere in Corea. Questo missionario riteneva che l’abitudine di indossare un abbigliamento bianco fosse parte di un semplice processo evolutivo derivante dal fatto che il bianco era il colore del lutto. Poiché questo colore andava indossato per tre anni successivamente alla morte di un genitore o di un membro della famiglia reale come parte integrante del rituale funerario di origine confuciana, pareva logico che le persone accettassero l’inevitabile e adottassero permanentemente il colore del lutto così da essere pronti per quello che, prima o poi, sarebbe sicuramente accaduto.

Negli ultimi decenni il simbolismo dei colori in Corea è cambiato considerevolmente. Grazie al mix di elementi tradizionali con l’influenza occidentale e le tendenze internazionali, la simbolicità coreana dei colori ha acquisito un significato profondamente complesso. Diversi colori, come il rosso ed il nero, hanno assunto connotazioni differenti. Il rosso, soprattutto in politica, era precedentemente visto come negativo, mentre oggi è divenuto un colore emblema di speranza e di unità. Nonostante tutti questi considerevoli cambiamenti, possiamo sperare che le future generazioni continuino ad onorare il simbolismo dei colori stabilito da secoli di tradizione e utilizzino i corrispettivi significati simbolici almeno nei principali rituali della comunità.

FONTI

La Corea vista da un italiano per l’importanza del colore bianco
Color meanings per i colori in Corea del Sud
I colori in Cina di Federica Benigno

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[…] L’hanbok bianco indossato da questa tipologia di fantasmi è il sobok, il tradizionale abito coreano da lutto. Tipicamente, queste creature hanno i capelli sciolti poiché, essendo nubili, non avevano il diritto di tirarli su. Sebbene esista il corrispettivo maschile, chiamato chonggak gwishin, di questo fantasma, la versione femminile è di gran lunga più presente nella cultura popolare.Essa ha rappresentato l’attrazione principale dei film horror coreani per molto tempo. Come altri spiriti che si nascondono tra i vivi a causa di desideri o doveri non soddisfatti, i fantasmi vergini non possono passare all’aldilà finché non vengono placati, tradizionalmente erigendo statue falliche. Delle volte, in una tradizione sciamanica, vengono addirittura svolti dei “matrimoni dell’anima” per una “coppia” cheonyeo e chonggak in modo tale da permettere alle loro anime di riposare in pace.  […]

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