Kmovie l’età d’oro: gli anni ’50 e ‘60

L'età d'oro dei film coreani

La storia del cinema coreano, che muove i primi passi negli anni ’20, attraversa quella che è per i Kmovie l’età d’oro: anni ’50 e ’60, un periodo di grandi successi e profondi cambiamenti.

Il periodo dopo la liberazione (1945-1950)
Kmovie l’età d’oro: Viva Freedom
Viva Freedom!  di Choi In-kyu

Nel periodo dal 1945 (anno della liberazione della Corea dall’occupazione giapponese) al 1950 (scoppio della guerra di Corea), i film sulla liberazione esprimono la gioia della liberazione e l’orgoglio nazionale diventa popolare, come in Viva Freedom! (자유만세) del 1946.

D’altro canto, mentre la penisola coreana veniva divisa tra la Repubblica di Corea nel sud e la Repubblica Popolare Democratica di Corea nel nord lungo il 38° parallelo, arrivarono film che descrivevano l’ideologia anticomunista, come The Reality of the North Korea (북한의 실정) e  A Fellow Soldier (전우), entrambi del 1949.

Durante questo periodo, i cineasti sperimentarono con i progressi tecnici, per produrre nuovi generi come A Diary of Woman (여성일기) del 1949, la prima pellicola a colori in 16 mm coreana, il musical The Blue Hill (푸른 언덕) nel 1948, un film aereo chiamato Pilot An Chang-nam (안창남 비행사) nel 1949.

Film americani e filoamericani

Con la crescente influenza degli Stati Uniti, dovuta alla presenza militare in Corea del Sud, i film americani hanno dominato il mercato coreano. Le sale proiettavano più di 100 film americani all’anno, con una fetta di mercato di oltre il 50%. D’altro canto, c’erano cinegiornali (telegiornali proiettati al cinema) che presentavano gli Stati Uniti e descrivevano gli orrori della guerra e le sue conseguenze, e parlavano delle attività nella democratica Corea del Sud. Questi erano fortemente sponsorizzati dagli Stati Uniti.

Esistevano anche pellicole culturali come The Rose of Sharon (무궁화 동산) del 1948 e documentari come The Korean Textile Co. (고려방직) del 1949.

Kmovie l’età d’oro: A Bouquet of Three Thousand People
A Bouquet of Three Thousand People di Shin Gyeong-gyun
Gli anni ’50, guerra e dopoguerra

La guerra di Corea (1950-1953), devastò il Paese, ma sopravvivevano alcune attività cinematografiche, con il centro dell’industria temporaneamente traslocato a Busan. Ad esempio, i cineasti filmarono pellicole storiche di guerra. L’esercito sponsorizzava documentari sui combattimenti e cinegiornali come An Assault of Justice (정의의 진격) volume 1 (1951) e 2 (1952).  Uscirono anche film veri e propri, come A Bouquet of Three Thousand People (삼천만의 꽃다발)del 1951.

Dopo la Guerra di Corea, programmi di aiuto dall’estero fornirono la Corea del Sud di tecnologia e strumenti. La società coreana passava attraverso un periodo di americanizzazione e modernizzazione, che portò cambiamenti fondamentali nella struttura sociale e negli usi e costumi. Una rapida urbanizzazione, il successo della cultura pop e lo sviluppo dei mass media furono alcune delle conseguenze. Sebbene uscissero ancora film di propaganda anti-comunista, alcuni film prodotti negli anni ’50 furono pensati per l’intrattenimento delle masse. Il governo promuoveva l’industria cinematografica, con incentivi sulle tasse e premi per i film di qualità.

I successi della seconda metà degli anni ‘50
Kmovie l’età d’oro: Madame Freedom
Madame Freedom di Han Hyung-mo

In seguito al grande successo di Chun-hyang Story (춘향전) del 1955 e Madame Freedom (자유부인) del 1956, ci fu un’esplosione dell’industria cinematografica coreana, chiamata “era Chungmuro”. L’area Chungmuro, a Seoul, ospitava oltre 70 compagnie cinematografiche. Il numero di film prodotti annualmente crebbe da non più di 20 prima del 1956 a 180 nel 1959. I cineasti sperimentavano con diversi generi come melodramma, commedie, gialli, film sui gangster, e horror. Cineasti stranieri visitavano il Paese per lavorare a co-produzioni e i film coreani vincevano premi ai festival internazionali.

Arrivarono prodigiosi progressi tecnologici. Per esempio, la pellicola in 35mm, che divenne lo standard, rimpiazzò quella in 16mm in bianco e nero. Il primo film in Cinemascope, Life (생명), uscì nel 1958.

Nel 1966 la televisione iniziò a trasmettere in tutta la nazione, tranne alcune piccole aree, e nel 1969 più del 60% dei film erano girati a colori con scenografie elaborate, in competizione con la televisione.

Gli anni ‘60

Negli anni ’60 un revival industriale portò nuove tecnologie come il colore e schermi più larghi. Inoltre, il cinema divenne il maggior intrattenimento per il pubblico, con una media di 5/6 ingressi pro capite annuali. L’industria cinematografica coreana continuava a crescere. Nel 1969 furono prodotti 233 film e venduti 178 milioni di biglietti.

Kmovie l'età d'oro: The Housemaid
The Housemaid di Kim Ki-young

In questo periodo, c’erano nuovi generi di film che riflettevano la vita moderna e la rapida urbanizzazione. Per esempio film come Homebound (귀로) del 1967 and The General’s Mustache (장군의 수염) del 1968 esprimevano dubbi e frustrazioni causati dalla modernizzazione. Film giovanili, letterati e gialli d’azione furono introdotti al pubblico coreano. Altri film importanti in questo periodo includevano The Housemaid (하녀) del 1960, un thriller domestico che raccontava di una domestica che seduceva il proprio datore di lavoro e Aimless Bullet (오발탄) del 1961, la storia drammatica di un ragioniere che con fatica supportava la propria famiglia cercando un posto in una società mutevole.

La dittatura militare

Nonostante i successi, c’erano delle minacce nascoste dietro il boom dell’industria cinematografica. Nel 1962 la dittatura militare di Park Chung-hee introdusse la Legge sulla Cinematografia, che rafforzò il controllo del governo sulla produzione di film. Questa includeva censura governativa, limitazione del numero di case di produzione locali (ridotte da 71 a 16 in un anno) e percentuali sulla produzione e importazione di film. Queste restrizioni spianarono la strada al declino dell’industria del cinema in Corea del Sud negli anni ’70. Un bel salto dalla nascita del cinema coreano, risalente agli anni ’20 e ’30.

Fonti

Kalbi Chiu, Korean Culture Blog Kmovie l’età d’oro
Breve storia del cinema coreano
Jennifer Rousse-Marquet, “The unique story of the South Korean film industry“, ina global, 2013-10-07
Darcy Paquet, “A short history of Korean film“, Koreanfilm.org, 2007-03-01
Kim Mee-hyun (ed.), Korean Cinema: from origins to renaissance, Korean Film Council, 2006

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