Poetry, Lee Chang-dong

Lee Chang-dong

Nel 2003, l’allora Ministro della Cultura Lee Chang-dong diresse il toccante Oasis, un film sulla difficile relazione amorosa tra una vittima innocente del sistema giudiziario e una donna affetta da una grave paralisi mentale, incontrando un grande successo anche a livello internazionale e raccogliendo numerosi premi nel mondo, tra i quali uno speciale riconoscimento per il regista stesso al Festival del Cinema di Venezia. In seguito si dedicò a Secret Sunshine, una pellicola sulla disillusione che incontra una donna nei confronti del mondo in cui vive, una volta rimasta vedova del proprio marito. A sua volta questo film ebbe un grande successo, vincendo numerosi premi alla presentazione degli Asian Film Awards del 2007.

Poetry

Poetry, Lee Chang-dong

Nel 2010, il regista Lee Chang-dong presenta, a distanza di tre anni dall’ultimo film, il suo lavoro cinematografico più toccante: Poetry. Vincitore del premio “Miglior sceneggiatura” a Cannes 2010, questa commovente pellicola ricostruisce in modo singolare e realistico il tormento che prova il regista nei confronti di un evento realmente accaduto nel proprio paese, e che vuole descrivere affidandosi agli occhi della protagonista della pellicola, magistralmente interpretata dall’attrice Yoon Jeong-hee.

Yang Mi-ja, una signora di 66 anni che si mantiene tra la pensione che riceve e gli sforzi che compie accudendo un anziano signore nonostante la minaccia del morbo di Alzheimer, vive con il proprio nipote, il quale nutre un profondo disprezzo nei confronti della nonna. La svolta nella sua vita avviene quando, nonostante il periodo di iscrizione sia già terminato, decide di prendere parte ad un corso di composizioni poetiche, che ben si sposa con la sua natura eccentrica e la sua indole curiosa e vivace. Sotto suggerimento del proprio insegnante, Mi-ja inizia a prendere degli appunti su ciò che vede intorno a sé, trovando in ciò che la circonda non soltanto una bellezza che fino a quel momento non aveva realizzato, ma anche la consapevolezza di aver scoperto alcune cose delle quali fino a quel momento non aveva potuto rendersi conto.

La poesia come valore

Inizia a scrivere una prima poesia, e il suo sogno armonioso sembra materializzarsi, quando però è costretto a scontrarsi con la crudele e inaspettata realtà: si rende conto che suo nipote frequenta solamente cinque suoi compagni di scuola, così dopo una delle sue lezioni di poesia decide di incontrare i genitori degli altri ragazzi, scoprendo che l’intero gruppo di adolescenti ha violentato ripetutamente per sei mesi una ragazzina che frequentava lo stesso istituto, la quale ha deciso di togliersi la vita dopo aver annotato tutto l’accaduto in un diario.

Poetry, film coreano di Lee Chang-dong

La vicenda entra nel vivo dell’immaginario del regista, il quale decide di far muovere la protagonista del suo film secondo la propria coscienza; nonostante le enormi difficoltà dovute alla sua malattia, Mi-ja cercherà in tutti i modi di fare appello agli insegnamenti del proprio maestro di composizione, concentrando tutti i suoi sforzi sugli aspetti positivi della vita, piuttosto che sui problemi e sul dolore delle persone circostanti. Grazie al dialogo con la madre della vittima ed al suo forte carattere ottimista e speranzoso, la protagonista riuscirà a far sì che la polizia si attivi in questo caso da lei portato a galla, portando di fronte alla giustizia le colpe e le responsabilità dell’intero gruppo di studenti, compreso suo nipote.

l’ispirazione dalla cronaca

Sebbene il regista avesse più volte affermato che non avrebbe voluto basare i propri film su avvenimenti realmente accaduti, l’evento trattato in questa pellicola avrebbe suscitato una grande commozione da parte di Lee Chang-dong:

“Mi trovavo in Giappone e in televisione trasmettevano un programma nel quale venivano mostrati un fiume calmo, degli uccelli in volo e dei pescatori con le loro reti in riva al mare, tutto accompagnato da una musica new age di sottofondo. Improvvisamente mi sono ricordato di quell’orribile incidente accaduto in Corea, e subito mi sono venute in mente le immagini di una donna intorno ai 60 anni e 시 (la scrittura coreana della parola poesia)”.

Lee Chang-dong

Risulta quindi verosimile che sia stato questo il momento in cui il regista abbia cucito il ruolo della protagonista alla figura dell’attrice Yoon Jeong-hee, probabilmente la più celebre tra le attrici coreane e che a sua volta è rimasta compiaciuta delle scelte del regista: in un’intervista rilasciata nel 2010 spiegò infatti che avrebbe voluto da sempre mostrare al suo pubblico diversi volti della propria recitazione sul set cinematografico, e Lee Chang-dong le avrebbe dato la possibilità di fare esattamente ciò che aveva sempre sognato.

Titolo originale: Poetry

Nazione: Corea del Sud
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 139′
Regia: Lee Chang-dong
Con: Yoon Jeong-hee

Distribuzione Italiana: Tucker Film

Vedi anche Oasis, un film profondo ma duro.

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