Nei primi anni 2000, con il crescente interesse dell’Asia verso film, musica Kpop e drama coreani, il termine Hallyu (onda coreana, o Korean Wave) iniziò ad essere usato. I Kmovie nella seconda metà degli anni 2000 sembravano voler conquistare il mondo, ma poi cambiò qualcosa. Gli anni 2000 portarono una progressiva riduzione di quantità e qualità. Dopo gli altri e bassi negli anni ’70 e ’80 e il successo di mercato e critica negli anni ’90, ecco un decennio di crisi, con qualità dei festival ma problemi alle uscite nazionali.
La popolarità dei film coreani ha iniziato a declinare verso la metà dei 2000, a causa di un’inferiore qualità, crescita dei costi, e ad un ammorbidimento della legge sulla percentuale di film coreani rispetto a quelli stranieri nei cinema nazionali.
Festival coreani del cinema
La Corea del Sud ha iniziato ad organizzare festival internazionali del cinema come il Busan International Film Festival (BIFF), lanciato nel 1996, il Bucheon International Fantastic Film Festival (BiFan) dal 1997, e il Jeonju International Film Festival (JIFF), inaugurato nel 2000. Questi festival del cinema hanno aiutato la promozione dei film coreani nel mondo. Inoltre hanno conquistato il favore della comunità internazionale. Ad esempio il BIFF ha attirato 304 film da 75 nazioni nel 2012. La crescita continua per tutto il decennio.
In Italia prendono piede anche presso il grande pubblico i film asiatici, e quelli in particolare coreani mietono successi a festival specifici, prima di nicchia, come il Far East Film Festival.
In quegli anni la produzione digitale di film, che ha reso possibile opere a basso budget, ha guadagnato popolarità in quegli anni. Importanti film a basso budget includono My Generation (마이 제너레이션) del 2004, The Forgotten Child: Shin Sung-il is Lost (신성일의 행방불명) del 2005 e The Unforgiven (용서받지 못한 자) del 2005.
Dalla metà degli anni 2000 al 2011
Il boom dei primi anni 2000 ha portato ad un’esagerata crescita degli stipendi degli attori e uno sforzo sull’assicurarsi le star più famose, col risultato di un declino nella qualità dei film coreani nella seconda metà del decennio.
La situazione è peggiorata con la riduzione della quota/schermo, cioè il numero di giorni all’anno in cui i cinema coreani devono mostrare pellicole nazionali. Si è scesi da 146 a 73 giorni nell’anno 2006, per poi aprire la via ad un accordo di libero scambio tra Corea del Sud e Stati Uniti.
Come risultato, la popolarità dei film coreani sia in casa che all’estero ne ha sofferto. Per esempio, la quota di film stranieri nel mercato coreano è cresciuta dal 36,2% nel 2006 al 53,4% nel 2010. L’esportazione di film coreani è scesa da $ 75 milioni nel 2005 a $ 24,5 nel 2006, e ancora a meno di $ 14 milioni nel 2010.
Sebbene ci siano stati sporadici grandi successi come Speed Scandal (과속스캔들) del 2008 and Haeundae (Tidal Wave, 해운대) del 2009, tutto sommato l’industria coreana del cinema ha attraversato un periodo di crisi.
Questo periodo di depressione è continuato fino al 2012, quando l’industria del cinema è riuscita a produrre film di qualità migliore, e a riequilibrare la situazione.
Fonti
Kalbi Chiu, Korean Culture Blog Kmovie nella seconda metà degli anni 2000
Jennifer Rousse-Marquet, “The unique story of the South Korean film industry“, ina global, 2013-10-07
Daniel Tudor, Korea: The impossible country, Tokyo; Rutland, Vermont; Singapore: Tuttle Publishing, 2012, pp. 229-239
Darcy Paquet, “A short history of Korean film“, Koreanfilm.org, 2007-03-01
“The king, the clown and the quota“, The Economist, 2006-02-16
Kim Mee-hyun (ed.), Korean Cinema: from origins to renaissance, Korean Film Council, 2006