Le Isole Viola della Corea del Sud

Le Purple Islands, o Isole Viola della Corea del Sud sono due isole che si sono trasformate dipingendo dei paesaggi completamente sulle gradazioni del viola. Ma queste terre, città e strade non rappresentano solo un paesaggio perfetto per le proprie foto da postare sui social.

Banwol e Bakji: isole regno del colore viola

Ispirandosi al fiore nativo Platycodon, che presenta una caratteristica forma a palloncino quando ancora chiuso, i residenti delle isole Banwol e Bakji a largo della costa sud-occidentale della Corea del Sud hanno dipinto le proprie abitazioni, strade e ponti nelle diverse sfumature della tonalità del viola, piantando anche fiori che rispecchiassero questi colori. Infatti, per aumentare il marchio viola che doveva caratterizzare queste isole, il governo ha volto la sua attenzione anche alle diverse piantagioni del territorio, aggiungendo 30.000 astri del New England, un fiore di campo nella tonalità corrispondente, oltre ad aver piantato più di 20.000 metri quadrati di campi di lavanda. Questa comunità, con l’aiuto dello Stato, ha eseguito una vera e propria trasformazione delle loro città. 

Le isole viola della Corea del Sud
Il nativo fiore Platycodon ha ispirato la colorazione delle isole viola della Corea del Sud

Il progetto turistico

Queste piccole e tranquille isolette hanno una popolazione di poco più di 150 anime, gran parte delle quali lavorano in ambito agricolo, e sono state selezionate per prendere parte ad un progetto turistico sostenuto finanziariamente dal governo sudcoreano. Il progetto fu concepito nel 2015 quando la provincia di Jeolla Meridionale voleva creare delle destinazioni isolane attraenti. Gran parte dei residenti di questi territori hanno aderito al progetto viola con entusiasmo. Sono stati poi aggiunti un ristorante (che serve riso viola su piatti viola) su ogni isola, un bar, un hotel e la possibilità di noleggiare delle biciclette al fine di rendere queste isole più il turistiche possibile.

Alle persone che si recano in visita su queste isole vestite di viola è addirittura consentito l’ingresso gratuito in questi luoghi. Ciò ha avuto un riscontro positivo soprattutto per il turismo locale durante questo periodo di pandemia. Poiché se avessero lasciato il Paese, i cittadini sudcoreani avrebbero dovuto rispettare una quarantena di 14 giorni. Queste isole viola, che distano circa 6 ore di auto o autobus da Seoul, hanno costituito una destinazione relativamente nuova da visitare, restando comunque all’interno dei confini nazionali.

Un paesaggio viola che attira molti turisti

Oggigiorno, l’isola di Banwol è conosciuta con il nome di “Purple Island” ovvero “isola viola”, e presenta circa 400 edifici con tetti rivestiti di vernice viola pastello, oltre a cabine telefoniche ed il ponte che la collega alla vicina isola di Bakji, tutti dipinti nella stessa tonalità. I visitatori possono percorrere le tre passerelle completamente viola che fungono da collegamento tra le due isole aderenti al programma e la vicina e più grande isola. Lungo questi ponticelli è possibile trovare delle panchine decorate con lo slogan “I purple you” (in coreano borahae, hangul: 보라해) ideato da Kim Tae-hyung, comunemente noto con il nome d’arte di V. Il motto è stato reso noto da lui medesimo e dal suo gruppo K-pop, i BTS. Il significato di questo slogan potrebbe essere racchiuso nella frase “mi fido, ti amo e ti sostengo”.

Da giugno ad agosto dello scorso anno si è verificato un incremento del 20% di visite rispetto all’anno precedente. La campagna, dal suo inizio ufficiale nel 2019, ha attirato più di 487.000 persone. La Corea del Sud ha quindi trovato nuovi modi per rilanciare il turismo interno, anche durante questa pandemia.

il lato oscuro di queste isole

Come abbiamo già precedentemente detto, Banwol-do, o “isola della mezza luna”, si trova nella contea di Sinan, una contea nella provincia di Jeolla Meridionale in Corea del Sud. Nonostante la sua ritrovata popolarità come destinazione turistica, l’isola di Banwol custodisce un passato sinistro che non molti conoscono.

Banwol fa parte del famoso gruppo delle Isole Sinan, rinominato per il suo schema estetico degno di ogni drama coreano che si rispetti, per i panorami surreali e per le risorse ricche di minerali quali sale ed alghe.

Secondo Unreported World, questi preziosi bene sono da sempre stati ricavati grazie al lavoro di individui le cui condizioni rispecchiano la definizione delle Nazioni Unite del termine “schiavo”. Il giornale The Guardian ha riferito come le vittime di questa tratta fossero spesso portatori di handicap mentali: dei quali l’80% presentava difficoltà di apprendimento. 

Oltre alle varie accuse di tratta di esseri umani, un caso di violenza sessuale ha attirato l’attenzione dei media sulla provincia di Jeolla Meridionale. Un’insegnante sarebbe stata violentata da tre uomini del luogo, due dei quali sembrerebbero essere stati i padri di alcuni degli alunni di questa donna. L’incidente provocò una forte reazione contro il governo locale da parte dei cittadini che risiedevano in questa provincia. Queste persone rivendindicavano l’incompetenza dell’amministrazione territoriale ed alcuni arrivarono ad affermare di essere pronti a boicottare tutto il sale prodotto nell’area.

Le isole viola della Corea del Sud
Mappa della contea di Sinan

Viaggiare ed esplorare il mondo per raggiungere luoghi fotogenici sono cose che molti di noi non vedono l’ora di poter fare. Però essere un turista responsabile significa anche informarsi e conoscere le cause che si potrebbe sostenere durante il viaggio. Viaggiare è bello, ma farlo responsabilmente rende l’esperienza ancora più meravigliosa.

FONTI

Channel News Asia e Travel leisure per le informazioni sulle isole viola
The Smart Local per il lato oscuro di queste isole
Mappa della contea di Sinan – foto originale tratta da Wikimedia commons

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