
Agli stranieri che vivono in molti Paesi asiatici (Corea del Sud, Giappone e Cina soprattutto) sarà capitato di lamentarsi per l’uso eccessivo degli smartphone da parte degli amici asiatici. Certamente, anche in Italia ne facciamo un uso smodato e spesso sconsiderato, ma ciò accade perché ormai siamo in quella che è diventata una società immersa nei e condizionata dai social media. La dipendenza dal digitale in Cina, Corea del Sud e Giappone è una patologia grave, ma qual è la cura adottata i Cina?
esperienze personali
Una sera, la sera di Capodanno, ero a cena da dei miei amici cinesi, abbiamo conversato e scherzato tutti insieme. Tranne uno di loro. Questo ragazzo è stato tutta sera a giocare ad un giochino che aveva scaricato sul suo iPhone e ve lo posso giurare: non ha distolto lo sguardo nemmeno un secondo dal suo cellulare, neanche per mangiare in santa pace un boccone!
Tantissime volte mi è capitato di entrare in un bar, eppure in questo bar apparentemente normale ritrovavo una sfilza di computer. Il tutto racchiuso in un silenzio assordante ed a far brusio era solo il fastidioso ticchettio dei polpastrelli dei gamer sulla tastiera.
Chiaramente, i “drogati di internet” ci sono ovunque, sparsi per tutto il mondo. Questo accade perché internet ha cambiato sostanzialmente la nostra società, tuttavia ciò non vuol dire che il suo compito stia nel disintegrarla e renderci degli zombie davanti ad un portatile o davanti ad uno smartphone.
Oggi sono qui per parlarvi dei drogati di Internet presenti in Cina e per vedere un po’ insieme a voi come sta operando il “grande fratello cinese” (che tutto vede e tutto monitora) su questa problematica, portatrice di enormi rischi nei confronti degli individui nella nostra società contemporanea.

i drOgati di internet
Tao Ran nel 2006 ha aperto il Daxing Internet Addiction Treatment Centre, centro di “disintossicazione” situato nell’omonimo quartiere di Pechino a cui si rivolgono i genitori disperati, disposti a pagare migliaia di yuan pur di salvare i propri figli.
Tao Ran parla di questa problematica considerandola una vera e propria droga, battezzandola con il nome di “eroina digitale”. Perché le ha dato questo nome? Perché i ragazzini spariscono, si rintanano negli Internet Cafè e non ne escono per 3 o 4 giorni (talvolta anche di più), dimenticandosi di mangiare, dimenticandosi di tutto ciò che sta al di fuori di quattro mura e uno stupido schermo.
“Almeno 24 milioni di ragazzi cinesi sono dipendenti da Internet. Per disintossicarli il governo di Pechino li spedisce in basi a struttura militare dove sperimentano la disciplina“
Tao Ran
Ancora una volta Tao Ran afferma che la loro dipendenza deriva dalla solitudine (in cinese si parla di 孤独 gudu). Questi web junkies si sentono soli al mondo e per non sentirsi più soli si rinchiudono in loro stessi, giocano ai videogiochi e non ne vogliono sapere nulla del mondo esterno. Il corrispettivo dei famosi hikikomori giapponesi.
In cinese la dipendenza da Internet prende il nome di 网瘾 da wang di rete e yin di dipendenza. Parte della definizione di dipendenza da Internet presente su Baidu è questa:
“Tutt’ora permangono enormi malintesi sul concetto della dipendenza da Internet e il suo trattamento; le varie impressioni e considerazioni in merito non sono univoche. “
社会对于网瘾的概念和认识以及对网瘾的干预和处理方面存在很多的误区,且概念并不统一。
LE MISURE ADOTTATE per contrastare la Dipendenza dal digitale in Cina
Eppure, dal 2008 la dipendenza da Internet è stata considerata una vera e proprio malattia e come tale va curata e trattata.
A Pechino si sostiene che siano ben 24 milioni di cinesi, nella stragrande maggioranza ragazzi, malati ed internet-assuefatti. Altri 18 milioni sono a rischio grave. Sembrano numeri incredibili, ma bisogna pensare che in Cina ci sono 688 milioni di persone collegate a internet, tra queste 620 milioni lo usano via smartphone e il tempo di navigazione medio è valutato in 3,7 ore al giorno. Di sicuro, psicologi e psichiatri cinesi hanno esperienza in materia.

Cause della dipendenza da Internet
La dipendenza da Internet (网瘾的原因 WǍNG YǏN DE YUÁNYĪN) si manifesta con lunghe permanenze davanti al computer, a volte fino a 17 ore di seguito, ma quando la patologia degenera i ragazzi cominciano a diventare aggressivi nei confronti dei famigliari, si trascurano fisicamente e rifiutano di studiare.
In un primo momento, il campo di disintossicazione sembra un’infernale istituto dove i ragazzi, in tenuta da addestramento militare, fanno capolino dalle sbarre delle camerate. Quasi tutti sono stati portati lì contro la propria volontà. Uno dice che i suoi genitori l’hanno drogato e trasportato al campo con la forza. Un altro racconta che i suoi gli hanno detto che stavano andando in Russia a sciare, salvo poi consegnarlo al centro di recupero. Ma quando i genitori tornano a visitare i ragazzi, si notano lenti miglioramenti prodotti dal trattamento che dovrebbe ricostruire le relazioni familiari.

Questi campi di rieducazione possono sembrare degli infernali istituti dove i ragazzi, in tenuta da addestramento militare, fanno capolino dalle sbarre delle loro camerette. Quasi tutti sono stati portati lì contro la propria volontà, portati dai loro genitori, preoccupati dai loro comportamenti talvolta aggressivi.
Tuttavia, quando i genitori tornano a visitare i ragazzi, si notano dei leggeri miglioramenti grazie al trattamento dei dottori e professori dei campi. L’intento di questi campi è il tentare di ricostruire le relazioni familiari e ricordare ai ragazzi i veri valori della vita.
“La dipendenza da alcol e droghe non è molto comune tra i giovani cinesi; i teenager non hanno facile accesso agli alcolici, internet invece è ovunque e non costa praticamente nulla”
Tao Ran
Ci stiamo trovando di fronte a qualcosa di giusto o sbagliato? Non spetta a me dirlo. Voi cosa ne pensate?
Un documentario toccante, in grado di farci riflettere molto sulla gravità del problema, in cui lo psichiatra Tao Ran racconta della vita nei campi di rieducazione dei così chiamati web junkies della Cina è questo qui sotto.
Fonti sulla Dipendenza dal digitale in Cina
LEIBOLD, JAMES. “Blogging Alone: China, the Internet, and the Democratic Illusion?” The Journal of Asian Studies 70, no. 4 (2011): 1023-041.
Corriere della Sera, Cina, la vendetta della figlia «drogata di web»: uccide madre che voleva farla disintossicare di Guido Santevecchi, corrispondente da Pechino
Internet cafè ed e-sport in Corea di Giada Cecco
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