Zhang Huan e il corpo come mezzo di espressione

Zhang Huan: artista cinese contemporaneo

Zhang Huan 張洹, è un artista concettuale e performer cinese contemporaneo nato ad Anyang nel 1965 (Henan). Dopo un’educazione classica in pittura all’Accademia di belle arti di Pechino, nel 1994 diventerà famoso con una serie di performance che riguardano il corpo, utilizzato esclusivamente come mezzo di espressione, dedicandosi all’arte della performance come pratica artistica radicale.

Tutto ciò avvenne dopo essersi unito ad un gruppo di artisti che si erano stabiliti in un agglomerato di tanti piccoli villaggi situati fuori Pechino chiamato Dongcun 东村 (o Beijing East Village, ora occupato da immensi grattacieli). Era un gruppo composto da giovani artisti che vi si recavano per trovare un’abitazione, perché il tutto costava veramente poco. Questi artisti vivevano in condizioni pietose e con scarsissima igiene.

La comunità artistica Dongcun “East Village” fu fondata nel 1992 e chiuse nel 1994 nella parte est di Pechino, lontana dal centro e vicina ad una discarica. Il nome, inventato nel 1994, era ispirato all’East Village di New York. Tra gli artisti fondatori: Ma Liuming, Zhang Huan, Rong Rong. Le loro attività artistiche esprimono temi come l’identità e la degradazione.

Le performance di Zhang Huan e del gruppo di artisti sopracitato promuovevano un perenne stato di abiezione che, nella pratica ascetica, indica un atteggiamento di umiltà eroica per cui si rinuncia alla propria personalità o dignità, ricercando uno stato abituale di vita ritenuto spregevole dall’opinione comune.

IL LINGUAGGIO DEL CORPO

Zhang Huan e il corpo
Aggiungere un metro ad una montagna anonima 为无名山增高一米, 1995, una performance in cui Zhang e altri sono stesi sulla montagna Miaofeng, vicino a Pechino.

In questa performance gli artisti misurano l’altezza della montagna su livello del mare, si spogliano e si mettono l’uno sopra l’altro per elevare e accrescere l’altezza della montagna. Vi sono varie interpretazioni di quest’opera.

“I corpi alterano momentaneamente il paesaggio e allo stesso tempo riconoscono che sono insignificanti rispetto alla grandezza della natura. Lui inizialmente dirà che l’opera riguarda l’umiltà. Scali una montagna e dopo ne trovi una più alta. Sforzo collettivo che opera dei cambiamenti. Quando ce ne siamo andati, la montagna era come prima, il nostro sforzo fu vano”.  

Zhang dice di essersi trovato spesso in difficoltà nella relazione fra lui e il mondo esterno e di aver sentito una forte pressione, una pressione che lui raffigura fisicamente. Sicuramente la terra sente la pressione fisica dei corpi nudi impilati insieme.

Ora vi starete chiedendo, perché nudi? Il corpo, secondo Zhang, è il nostro mezzo di comunicazione principale. Lo sforzo collettivo produce un risultato? Si e no. O rimangono così per sempre, oppure si rialzano e l’altezza della montagna rimane la stessa. Ciò sta a significare il nostro incidere sulla natura, ma non nel mondo.  

Fisicità: Zhang Huan e il corpo

Profondamente legato alla filosofia orientale, usa il proprio corpo, rigorosamente nudo, mettendone alla prova la capacità fisica ed emozionale di resistenza, come nella performance che lo ha reso famoso, Twelve square meters (1994), nella quale con il corpo ricoperto di miele rimane immobile per un’ora in un bagno pubblico pieno zeppo di mosche. Zhang rimane immobile in questa posizione, poi si alza ed entra in un laghetto che c’era nelle vicinanze. Sott’acqua si vedono le mosche che cercano di rimanere attaccate a lui e che poi si staccano sott’acqua e risalgono morte a galla.  

Critica alle condizioni pietose in cui vivevano lui e il gruppo di artisti del Dongcun.
12m2, 1994.

Opera considerata come tributo ad Ai Weiwei (che si era unito alla comunità di Dongcun), costretto a pulire i bagni. La performance è registrata nel giornale d’avanguardia di arte contemporanea cinese di Ai Weiwei, Black Cover Book (1994).

Il corpo è la prova della sua identità, ma anche una modalità di linguaggio, di espressione e comunicazione immediata. Dal 1998, anno in cui si trasferisce a New York, le sue performance divengono più elaborate, ampliandosi a un numero sempre maggiore di partecipanti con i quali affrontare in maniera collettiva la problematica dell’identità culturale e del dialogo Oriente-Occidente: nel 1999 My America (hard to acclimatize), nel 2003 Fifty stars, nel 2004 My Sidney e nel 2005 My Rome.

Nel 2005 si ritrasferisce in Cina, a Shanghai, e comincia un’altra fase del suo lavoro rinunciando alla performance e dedicandosi alla progettazione di installazioni su grande scala come 100 sages in a bamboo forest (2008) e Dawn of time (2009). Crea progetti di arte pubblica, tra cui Three heads six arms realizzata a Hong Kong nel 2011; alla pittura degli Ash paintings, quadri dipinti con la cenere dell’incenso raccolto nei templi.

Zhang Huan vestito interamente di carne in una performance a New York.
MY NEW YORK, 2002, performance per the Whitney Biennial. 

Questa interessante performance è la falsa dimostrazione di forza degli Stati Uniti d’America e tratta delle ansie geopolitiche e psicologiche del tempo. Eseguita dopo l’attacco terroristico alle torri gemelle. Durante questa performance per le strade di Manhattan, Zhang teneva in mano delle colombe che poi ha distribuito agli spettatori e loro le avevano liberate in cielo come simbolo di pace. L’artista si ricopre interamente di carne, creando quasi un costume da supereroe, dando l’idea di una muscolatura finta e pompata. Ciò è la chiara metafora della forza fittizia degli americani, dato l’arrivo degli attacchi alle due torri: sono dei muscoli che in realtà fanno solo scena. Anche da considerarsi come un chiarissimo riferimento alla cultura del bodybuilding statunitense e il loro voler sempre mostrarsi forti al di sotto di queste muscolature esagerate.

Il segno indelebile della cultura cinese
Family tree: un'opera alla ricerca di un'identità perduta.
Family tree: un’opera alla ricerca di un’identità perduta.

Nove fotografie di grandi dimensioni testimoniano il passaggio dai primi ideogrammi realizzati all’alba fino agli ultimi aggiunti fino al tramonto. La trasformazione evidenzia il corpo come prova di un’esistenza in un determinato contesto e la scrittura orientale corrisponde a lineamenti affini. Quando un determinato contesto aumenta a dismisura la sua forza connotante, arriva ad imporre una de-identificazione individuale. Come potete vedere, nell’ultima immagine Zhang Huan è irriconoscibile, un volto coperto di nero, una seconda pelle di parole scritte che nascondono chi le indossa.

Un artista singolare, tutto da scoprire. Per capire un po’ di più sul concetto di arte espresso da Zhang Huan, vi consiglio di dare un’occhiata al video che vi ho lasciato qui sotto.

“The artist is always fighting the traditional”.

Zhang Huan
Fonti

CLP Zhang Huan e il corpo come linguaggio
Pace Gallery, Zhang Huan
Artsy, Zhang Huan
Cosa, Zhang Huan | La condivisione di corpo e anima
Huan, Z., Liuming, M., & Zhijian, Q. (1999). Performing Bodies: Zhang Huan, Ma Liuming, and Performance Art in China. Art Journal,58(2), 60-81.

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